Storia dell'arredamento (6)

http://www.montierzentrum.com/

Continuiamo a soffermarci su Roma antica per regalarvi alcune curiosità riguardanti il letto, la toilette e l’abbigliamento degli antichi Romani.
Sotto l’Impero, i Romani si svegliavano molto presto: all’alba. Tra lo svegliarsi e l’uscire da casa non passava molto tempo. La stanza da letto (cubiculum), infatti era piccola, buia per cui ci si stava lo stretto indispensabile. Scarso l’arredamento: il letto (cubile), una cassa (arca) per riporre le tuniche, il vaso da notte (lasanum) o il pitale (scaphium). Al posto della rete c’erano delle cinghie incrociate che sostenevano il materasso ed il guanciale. Naturalmente il materasso dei ricchi era in lana o in piume di cigno mentre quello dei poveri era in fieno o in foglie di canna. Non esistevano lenzuola; il sotto era costituito da coperte ed il sopra da una trapunta. Un toral (scendiletto) completava l’arredamento. L’uomo romano per andare a letto si toglieva solo il mantello.
Come indumento intimo indossava il perizoma di lino che portava annodato alla vita. Sopra di esso poneva la tunica, una semplice camicia realizzata in lana o in lino e consistente in due rettangoli cuciti sulle spalle, con un’apertura centrale per infilarvi la testa; una cintura cingeva la vita. La tunica intima si chiamava subucula mentre quella a vista era la tunica exterior.  Poiché la tunica non aveva maniche, sopra veniva indossata una sopraveste chiamata toga. Le abluzioni erano poche, tanto poi si andava alle terme. Il dominus si affidava per la sua toilette al tonsor, un servo. I poveri, invece, andavano alla tonstrina, cioè alla bottega del barbiere. Il tonsor, tagliava i capelli, li arricciava, faceva tinture, profumava, incollava dei finti nei per camuffare i difetti, radeva le barbe. Il taglio della prima barba era un avvenimento particolare: avveniva con una cerimonia religiosa e la barba tagliata veniva offerta alla divinità. L’imperatore Adriano, per nascondere una brutta cicatrice sul viso, decise di farsi crescere la barba ed i suoi sudditi furono ben felici di emularlo.
Un discorso a parte merita la donna, la matrona romana, ma di lei vi racconteremo nel prossimo post.

0 commenti: