Storia dell'arredamento (11)

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Buongiorno a tutti. 
Oggi parliamo di stile Rococò.
A cavallo tra il XVII ed il XVIII secolo si nota un ammorbidimento della forma rigida dello Stile Luigi XIV. La grandiosità della linea si perde nel capriccioso e nell’arbitrario e nasce il Rococò (o, in Francia, stile Luigi XV). Il Rococò si afferma facilmente in tutta Europa ed in Inghilterra acquista originali sfumature divenendo noto come stile chippendale, dal nome del grande mobiliere Thomas Chippendale. In Italia, fra le forme ancora esistenti di barocco, predomina quello veneziano. Per l’arredamento dei mobili predominano le lacche (sostanza naturale e colorata usata per i rivestimenti protettivi e decorativi), ma si va oltre le cineserie; le lacche veneziane assumono sfumature proprie e si sviluppano in due sensi: lacche figurate e lacche floreali. Assumono anche grande importanza i vetri, gli specchi, le ceramiche e le stoffe. Anche nel Rococò il mobile è concepito per far parte di un ambiente spaziale in cui tutto si armonizza anche con le decorazioni murali e con gli specchi. 
Si cerca di creare un ambiente intimo e raccolto dove un arredamento proporzionato, ridotto e fine divenga soprattutto il regno della donna. Tutto perde la sua forma monumentale e grandiosa per assumerne una nuova che ammorbidisce, arrotonda ed ingentilisce.
Generalmente monumentale e di nuova creazione è il trumeau, composto di bei legni incisi, intarsiati e con pregevoli specchi che si presenta come un mobile diviso in due corpi: in quello basso trovano posto i cassetti, a metà vi è una ribalta sormontata da un’alzata. La comodità è sempre più ricercata , così nascono vari tipi di sedie, poltrone, ottomane e sofà, tavoli tondi e leggeri, armadi bassi e comode angoliere. I motivi ornamentali vengono soprattutto ripresi dall’Oriente e fra lacche e cineserie varie predomina la conchiglia da cui il nome di stile rocaille. Il Rococò inglese, in contrasto con quello francese, si ispira a motivi orientali con una nota di semplicità e praticità ignote dall’altro capo della Manica. Tra le tradizioni artigianali italiane eccelle l’arte di Giuseppe Maggiolini che ci ha dato lo stile, appunto da lui detto maggiolino, famoso per l’intarsio paziente, pregevolissimo e vario. Occorre ancora ricordare la comparsa del tavolo-scrittoio e delle sale di musica con l’affermarsi della moda dei concerti. In quelle sale anche antichi strumenti, come il clavicembalo, erano rifiniti con lo stesso stile riservato dei mobili.
Al prossimo post.

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