Storia dell'arredamento (13)

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Buongiorno amici.
Oggi parliamo dello Stile Restaurazione e Biedermeier.
Dopo le guerre dell’Impero, si nota un decadimento nell’arredamento. La natura poco intelligente e vuota ostentazione della ricchezza della nuova borghesia sono riflesse nei vari stili che seguirono la Battaglia di Waterloo e la Prima guerra mondiale.
In quegli anni non si crea nulla di nuovo, specialmente se di lusso, dal momento che la comodità è considerata di primo piano. Fa eccezione la duchessa di Berry che propone l’unico esempio di buon gusto: fu lei difatti a lasciare la moda dei mobili in legno chiaro.
Nel resto dell’Europa si parla di stile prima di marzo, dove per marzo si intende quello del 1848. Questo termine fu poi sostituito da quello di Biedermeier, tratto dal titolo di una raccolta di versi di Ludwig Eichrodt, un poeta umoristico tedesco. Il suo significato è il compendio di tutto il clima, l’ambiente, il gusto nell’arredamento della borghesia del tempo.
Si inventano anche nuovi esemplari di mobili (ad es. il comodino) e si sviluppò l’usanza di adottare, al posto delle stoffe lavorate, la carta da parati per ornare i muri.
Il secondo Impero è insomma, una brutta copia del neo-classicismo. Lo stile Luigi Filippo ed infine lo stile Liberty sono rispettivamente le pietre miliari che segnano il cammino lungo la strada della nuova concezione dell’arredamento.
Per la costruzione dei mobili si preferisce  il legno di pero, di faggio e di ciliegio. Essi sono fatti con l’intento di offrire praticità e comodità. Anche le decorazioni sentono già l’influsso dell’epoca romantica. Appaiono allora i primi mobili composti, come i divani in cui si inserivano dei cassetti, armadi a vetro, scaffali a specchi. E’ frequente anche l’intaglio che spesso è seguito da piacevoli effetti che si ottengono con l’accostamento di legni a superficie diverse, più o meno lucide. Bisogna però ricordare che, anche se in quest’epoca il gusto andò evolvendosi in forme piatte e fredde, si riuscì a contemperare la rigidezza dello stile classico con ,’esuberanza e la grazia del Rococò. Lo stile romantico cerca di recuperare il meglio di ogni gusto precedente ma le tappezzerie ed i tendaggi sono abbondanti e troppo carichi di colore (spesso di un rosso cupo) ed i damaschi o i velluti che rivestono le pareti contribuiscono a creare un’atmosfera un po’ troppo carica e pesante. Le linee lasciano il posto nuovamente alle curve, ma scompare quasi del tutto l’uso dell’oro sostituito da morbide sagome di noce e mogano. Nei divani e nelle poltrone piccole e romantiche a volte il legno rimane a sagomare schienale e bracciolo mentre in altre il raso o il velluto in tinte calde riveste l’intera superficie. Per i letti si fa frequente l’uso del ferro battuto o dell’ottone.
Continueremo la nostra storia nel prossimo post.

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