Le origini del mosaico-seconda parte-

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Buongiorno amici,
….continuazione…..Le pietre più usate nei mosaici sono i calcari, calcite pura o mescolata a minerali, perché più facili da lavorare e perché presentano più colori. È preferibile tuttavia utilizzarli in ambienti riparati o all'interno degli edifici, perché sotto l'azione degli agenti atmosferici il colore si altera: il nero diventa grigio e il rosso diventa giallo.
Si trovano anche graniti, porfidi e alabastri dall'Egitto; sieniti; breccia rosso levanto e verde prato; marmo rosso di
Castelpoggio o rosso antico e bianco di Carrara; marmi bianchi, verdi, rossi e neri dalla Grecia; dall'Asia il marmo Palombino e Pavonazzetto.
Per i colori che sono più difficili da reperire in natura ma anche per ragioni economiche, si producevano smalti, come per giallo e blu, oppure si cuoceva l'argilla fino a vetrificazione, per il rosso.
Talvolta si esponevano alla fiamma i marmi per ottenere sfumature di colore diverse: questo procedimento contribuisce anche a una migliore conservazione nel tempo. Esistono 2 tipologie di mosaico: quelli pavimentali e quelli su supporto autoportante. La prima tipologia già ben nota all’epoca Bizantina consiste nell’inserire le tessere di mosaico direttamente nel suolo adagiandole su strati più o meno spessi di calce e pozzolana, la seconda tipologia utilizzata già in epoca romana si tratta di mosaici realizzati su lastre di pietra, rame, ottone o terracotta e successivamente inserite nelle superfici da decorare. Il supporto può avere una cornice rialzata, oppure liscio nel caso il mosaico vada inserito su una parete o appeso.   
Arrivederci al prossimo post!

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